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Palio della Balestra

 

 

 

Bed and Breakfast della Provincia vicini all'evento

Comune di Gubbio  Provincia di Perugia

Sito Web: www.balestrierigubbio.it

E-mail: info@iat.gubbio.pg.it

Numeri utili da contattare: IAT del Comprensorio di Gubbio Tel. 0759220693 - F

Descrizione evento:

Il Palio della Balestra tra Gubbio e Sansepolcro (Arezzo) si svolge l''ultima domenica di maggio, in Piazza Grande. Viene organizzato dalla Società Balestrieri della Città di Gubbio, nel quadro delle feste in onore del Patrono S.Ubaldo. Questa gara d''arme che risale al XII secolo, si celebra tra squilli di trombe e garrir di bandiere nella suggestiva Piazza Grande, bella dei suoi trecenteschi palazzi e gremita di folla plaudente ad ogni scoccar di balestra. La balestra o Balista, citata per la prima volta in Italia ufficialmente in documenti del Concilio Laterano II° nell''anno 1139 che la definì letterarmente "micidiale", fu un''arma da getto subito interdetta dai Papi e dal Vescovo Ubaldo. Regina delle armi apparì sulle scene delle battaglie eugubine al tramonto delle istituzioni feudali. Tale arma, che superò per la sua potenza qualsiasi altro ordigno di guerra coevo, è composta di un arco fissato alla sommità di un "tiniere" di legno. Questo con la sua "noce" permette di trattenere rigidamente la corda che fa flettere l''arco e di liberare istantaneamente la corda stessa per poter imprimere l''impulso al proiettile della balestra: "veretta","verettone" o "quadrella" diretta verso il "tasso". Col perfezionarsi dell''arma si sostituì l''arco di corna di bue con legno di frassino per essere poi definitivamente rimpiazzato con il più forte e più elastico arco d''acciaio. La comparsa di quest''arma, che fu la più terribile fino al quattrocento, secolo in cui si affacciò la polvere da sparo e relativi archibugi, portò con se una specializzazione nel corpo combattente e determinò una maggiore efficienza della fanteria. Ogni libero Comune ebbe il suo corpo di balestrieri, una compagnia dei quali era adibita a scortare e difendere i magistrati cittadini. Sorsero, allora le Società dei Balestrieri dalla cui abilità dipendeva spesso l''esito della battaglia. Ed è in quel periodo che a Gubbio, libero e forte comune, nacque per poi non più morire la Società dei Balestrieri ( Societas Balisteriorum ) regolata con un proprio ed autonomo "Breve" tuttora in vigore. Più tardi quando le armi da fuoco spodestarono definitivamente la balestra questa sopravvisse come motivo ideale e nobile memoria delle glorie cittadine. Anche oggi i tornei medioevali si rinnovano periodicamente quando, alla fine del Maggio fiorito, spenta la pazzia della Festa dei Ceri, i balestrieri della vecchia Biturgio (Sansepolcro), raccolta la sfida della città di Gubbio, varcano le porte della città per gareggiare l''ambito Palio. Preceduti dal corteo storico, con vessilli e stendardi, e dall''esibizione di abili sbandieratori, i balestrieri, anch''essi in costume storico, fanno il loro ingresso nella piazza e alla presenza della autorità (Consoli, Connestabile ecc.) inizia la gara. La gara consiste nel centrare il bersaglio ("Tasso") con una freccia scagliata da una distanza di 36 metri. Al vincitore viene assegnato in premio il Palio realizzato da un artista e fino a sera si festeggia lungo le vie cittadine illuminate da fiaccole, rivivendo in un giorno, le antiche emozioni dei tornei medievali. I rapporti tra Gubbio e Sansepolcro, le due città dove il tiro con la Balestra si è praticato ininterrottamente fino ai giorni nostri, hanno origini antichissime e sono documentati a partire dal 1619, anno in cui i balestrieri di Sansepolcro invitarono quelli di Gubbio, secondo un usanza senz''altro anteriore, al Palio di S. Egidio. L''anno precedente, il 18 maggio 1618, in occasione della visita a Gubbio del giovanissimo e sfortunato Principe Federico Ubaldo Della Rovere (1605-1623), ultimo erede dei Duchi di Urbino "...si tirorno le balestre secondo il sollito e il Sig. Principe stette alla finestra del Palazzo e finito che fu di tirare, callò a basso e volse vedere le balestre et il modo del tirare": evidentemente il Palio era già una importante tradizione! Il documento più antico finora ritrovato, in cui siano state elencate le regole da osservare nel tirare con la Balestra nella Festa del Protettore S.Ubaldo è del 1650, ma in questo si fa riferimento a regolamenti precedenti. Un nuovo Statuto che regolamenta il "giuoco delle Balestre" è datato 1729. Ulteriori chiarimenti sono aggiunti nel 1748 e nel 1925. Nel 1971 l''Associazione dei Balestrieri di Gubbio ha redatto lo Statuto Sociale della Società rielaborando i vecchi Statuti. Il 9 gennaio 1999 lo Statuto viene ancora modificato ed adattato alle esigenze dei tempi moderni.

I dati riportati in questa pagina sono stati reperiti dalla rete su siti pubblici o privati privi di copyright e/o gentilmente forniti da Enti Pubblici o Privati. Vi consigliamo di verificare date, orari e programmi contattando gli organizzatori o visitando il sito ufficiale dell'evento.

Il Palio della Balestra tra Gubbio e Sansepolcro (Arezzo) si svolge l''ultima domenica di maggio, in Piazza Grande. Viene organizzato dalla Società Balestrieri della Città di Gubbio, nel quadro delle feste in onore del Patrono S.Ubaldo. Questa gara d''arme che risale al XII secolo, si celebra tra squilli di trombe e garrir di bandiere nella suggestiva Piazza Grande, bella dei suoi trecenteschi palazzi e gremita di folla plaudente ad ogni scoccar di balestra. La balestra o Balista, citata per la prima volta in Italia ufficialmente in documenti del Concilio Laterano II° nell''anno 1139 che la definì letterarmente "micidiale", fu un''arma da getto subito interdetta dai Papi e dal Vescovo Ubaldo. Regina delle armi apparì sulle scene delle battaglie eugubine al tramonto delle istituzioni feudali. Tale arma, che superò per la sua potenza qualsiasi altro ordigno di guerra coevo, è composta di un arco fissato alla sommità di un "tiniere" di legno. Questo con la sua "noce" permette di trattenere rigidamente la corda che fa flettere l''arco e di liberare istantaneamente la corda stessa per poter imprimere l''impulso al proiettile della balestra: "veretta","verettone" o "quadrella" diretta verso il "tasso". Col perfezionarsi dell''arma si sostituì l''arco di corna di bue con legno di frassino per essere poi definitivamente rimpiazzato con il più forte e più elastico arco d''acciaio. La comparsa di quest''arma, che fu la più terribile fino al quattrocento, secolo in cui si affacciò la polvere da sparo e relativi archibugi, portò con se una specializzazione nel corpo combattente e determinò una maggiore efficienza della fanteria. Ogni libero Comune ebbe il suo corpo di balestrieri, una compagnia dei quali era adibita a scortare e difendere i magistrati cittadini. Sorsero, allora le Società dei Balestrieri dalla cui abilità dipendeva spesso l''esito della battaglia. Ed è in quel periodo che a Gubbio, libero e forte comune, nacque per poi non più morire la Società dei Balestrieri ( Societas Balisteriorum ) regolata con un proprio ed autonomo "Breve" tuttora in vigore. Più tardi quando le armi da fuoco spodestarono definitivamente la balestra questa sopravvisse come motivo ideale e nobile memoria delle glorie cittadine. Anche oggi i tornei medioevali si rinnovano periodicamente quando, alla fine del Maggio fiorito, spenta la pazzia della Festa dei Ceri, i balestrieri della vecchia Biturgio (Sansepolcro), raccolta la sfida della città di Gubbio, varcano le porte della città per gareggiare l''ambito Palio. Preceduti dal corteo storico, con vessilli e stendardi, e dall''esibizione di abili sbandieratori, i balestrieri, anch''essi in costume storico, fanno il loro ingresso nella piazza e alla presenza della autorità (Consoli, Connestabile ecc.) inizia la gara. La gara consiste nel centrare il bersaglio ("Tasso") con una freccia scagliata da una distanza di 36 metri. Al vincitore viene assegnato in premio il Palio realizzato da un artista e fino a sera si festeggia lungo le vie cittadine illuminate da fiaccole, rivivendo in un giorno, le antiche emozioni dei tornei medievali. I rapporti tra Gubbio e Sansepolcro, le due città dove il tiro con la Balestra si è praticato ininterrottamente fino ai giorni nostri, hanno origini antichissime e sono documentati a partire dal 1619, anno in cui i balestrieri di Sansepolcro invitarono quelli di Gubbio, secondo un usanza senz''altro anteriore, al Palio di S. Egidio. L''anno precedente, il 18 maggio 1618, in occasione della visita a Gubbio del giovanissimo e sfortunato Principe Federico Ubaldo Della Rovere (1605-1623), ultimo erede dei Duchi di Urbino "...si tirorno le balestre secondo il sollito e il Sig. Principe stette alla finestra del Palazzo e finito che fu di tirare, callò a basso e volse vedere le balestre et il modo del tirare": evidentemente il Palio era già una importante tradizione! Il documento più antico finora ritrovato, in cui siano state elencate le regole da osservare nel tirare con la Balestra nella Festa del Protettore S.Ubaldo è del 1650, ma in questo si fa riferimento a regolamenti precedenti. Un nuovo Statuto che regolamenta il "giuoco delle Balestre" è datato 1729. Ulteriori chiarimenti sono aggiunti nel 1748 e nel 1925. Nel 1971 l''Associazione dei Balestrieri di Gubbio ha redatto lo Statuto Sociale della Società rielaborando i vecchi Statuti. Il 9 gennaio 1999 lo Statuto viene ancora modificato ed adattato alle esigenze dei tempi moderni.

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